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La crescente popolarità degli affitti a breve termine negli ultimi anni ha trasformato il panorama del settore turistico, diventando una componente significativa che rappresenta quasi un quarto dell’offerta totale di alloggi nell’Unione Europea. Pur offrendo innegabili vantaggi e opportunità per i locatori e per il sistema turistico nel suo complesso, la loro rapida crescita ha sollevato preoccupazioni.

In particolare, si teme che questa espansione possa contribuire alla scarsità delle abitazioni disponibili per il fabbisogno abitativo, ad un’escalation dei prezzi degli alloggi in affitto, soprattutto in destinazioni turistiche come Praga e, infine, a peggiorare la vivibilità di alcune aree.

La maggior parte delle prenotazioni per affitti brevi avviene tramite piattaforme digitali quali Airbnb e Booking.com. Tra il 2019 e il 2023, si è registrato un notevole aumento nel numero di soggiorni prenotati attraverso le quattro principali piattaforme online, con un aumento dei pernottamenti mensili nell’UE da 96,9 milioni a 124,7 milioni.

Le principali problematiche legate agli affitti brevi

L’incremento degli affitti a breve termine pone diverse questioni. Per cominciare, l’assenza di trasparenza nelle operazioni di affitto crea difficoltà per le autorità nel monitorare e regolare efficacemente questi servizi.

Questo problema è ulteriormente complicato da ostacoli normativi per le autorità pubbliche che stanno incontrando difficoltà nell’assicurare la conformità degli affitti a breve termine con le normative locali, la tassazione e gli standard di sicurezza, in primis a causa di informazioni inadeguate o insufficienti.

Per finire, alcune autorità locali faticano a gestire la rapida espansione degli affitti a breve termine i quali inevitabilmente incidono sulle caratteristiche delle aree residenziali e mettono a dura prova i servizi pubblici, come trasporti e la gestione dei rifiuti.

La risposta al problema da parte dell’Unione Europea

Nel novembre 2022, la Commissione Europea ha proposto nuove misure per migliorare la trasparenza nel settore degli affitti brevi al fine di aiutare le autorità pubbliche a promuovere il turismo sostenibile.

La proposta di regolamento, sulla quale il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un consenso lo scorso novembre 2023, mira ad affrontare le principali problematiche di questi servizi, in particolare la mancanza di trasparenza dovuta all’assenza di dati affidabili sui locatori e sulle loro attività, che rappresenta un problema per la valutazione del loro reale impatto, e ostacola lo sviluppo di misure politiche efficaci da parte del settore pubblico.

Un altro aspetto attualmente problematico degli affitti di breve durata è dato dalle significative differenze nei requisiti imposti agli host o alle piattaforme online come Airbnb nei diversi Stati membri. Sebbene alcuni Paesi abbiano già istituito sistemi di registrazione che richiedono la presentazione di diverse informazioni, un’ampia differenza tra le normative può ostacolare l’efficienza nella conduzione di attività commerciali all’interno del mercato unico europeo.

Per affrontare questi inconvenienti, il nuovo regolamento si propone d’istituire un sistema di registrazione digitale unificato. Ogni host dovrà fornire i propri dati identificativi insieme all’indirizzo dell’unità affittata o alla durata del servizio. L’host debitamente identificato riceverà di seguito un numero distintivo, simile a un codice fiscale, che sarà tenuto a fornire alle piattaforme online, le quali dovranno a verificarlo e controllare l’accuratezza dei dettagli della proprietà.

Inoltre, al fine di ottenere dalle piattaforme i dati relativi alle attività degli host, i Paesi dell’UE stabiliranno un sistema per la condivisione dei dati che possa fornire supporto alle autorità locali nella comprensione dello sviluppo delle attività di locazione e nella valorizzazione del turismo. In particolare, le piattaforme di grandi e medie dimensioni saranno tenute a presentare regolarmente alle autorità pubbliche delle relazioni mensili che indichino il numero di affitti, la loro ubicazione o i siti web dei soggetti offerenti. Per le micro e piccole piattaforme, invece, il sistema per la condivisione dei dati sarà semplificato e l’obbligo di rendicontazione sarà trimestrale. I dati raccolti saranno poi centralizzati nel database condiviso, in modo da facilitarne la valutazione e migliorare l’efficacia della legislazione europea e nazionale.

Per identificare le irregolarità, saranno poi condotti controlli a campione per l’ispezione dei locali. Nel caso in cui un fornitore non riveli le informazioni essenziali richieste, potrà incorrere in un divieto di esercizio, accompagnato da sanzioni aggiuntive sulla base di quanto stabilito dai singoli Stati membri.

Tutti i dati raccolti saranno scambiati tra le amministrazioni pubbliche degli Stati membri dell’UE, contribuendo alle statistiche sul turismo e aiutando le amministrazioni nella lotta contro le offerte illegali. In conclusione, si spera che questa iniziativa favorisca un ecosistema turistico più sostenibile e in linea con la transizione digitale.

La commissione per il mercato interno del Parlamento europeo ha approvato l’accordo provvisorio nel gennaio 2024, mentre il Parlamento si appresta a votare la relazione alla fine di febbraio. Infine, l’accordo provvisorio deve essere adottato dal Consiglio prima che la nuova direttiva entri in vigore. Dopodiché gli Stati membri dell’UE avranno 24 mesi di tempo per attuarlo.

Il regolamento dovrebbe quindi entrare in vigore tra due anni, con la prospettiva di ampliare l’elenco dei registri e delle registrazioni nella Repubblica Ceca nel 2026 per includere un registro non pubblico degli affitti brevi.

Non è oro tutto ciò che luccica

Le nuove regole UE sugli affitti brevi rappresentano un importante passo avanti nella regolamentazione di un settore in rapida crescita ed evoluzione. Tuttavia, la direttiva non è priva di critiche, sia da parte degli operatori del settore che dei consumatori.

Le nuove disposizioni dovrebbero migliorare la trasparenza, la protezione e la sostenibilità del settore prevenendo l’evasione fiscale. D’altro canto, si teme che l’aumento degli oneri burocratici e fiscali e le restrizioni sulla durata dei soggiorni limitino la flessibilità e la competitività del settore extra-alberghiero.

La Repubblica Ceca si sta già muovendo

Per dare un’idea della rilevanza del fenomeno nella Repubblica Ceca, sebbene non siano disponibili informazioni aggiornate sul numero di turisti che utilizzano le piattaforme di alloggio online, le statistiche del 2022 indicano che circa 6 milioni di pernottamenti sono avvenuti nella Repubblica Ceca attraverso i portali di prenotazione Airbnb, Booking.com, Expedia e TripAdvisor. Più della metà di questi pernottamenti è avvenuta a Praga e circa il 70% da parte di turisti stranieri.

La Repubblica Ceca si sta preparando a introdurre misure volte a controllare i proprietari privati che utilizzano queste piattaforme per gli affitti a breve termine nell’ambito di un’iniziativa volta a regolamentare l’economia informale.

L’emendamento proposto sulla legge sulle condizioni commerciali nell’industria del turismo dovrebbe entrare in vigore nel luglio 2025. In linea con la proposta della Commissione europea, l’emendamento prevede la registrazione dei fornitori di alloggi a breve termine e l’assegnazione di un numero di registrazione unico, che deve essere visualizzato su ogni annuncio della piattaforma. La responsabilità di condividere regolarmente le informazioni su questi numeri di registrazione con il Ministero dello Sviluppo Regionale spetta poi alle rispettive piattaforme.

L’obiettivo principale dell’emendamento rispecchia quello della proposta dell’UE, concentrandosi sul miglioramento della trasparenza nel settore degli alloggi e affrontando le attività che si trovano in zona grigia dal punto di vista normativo.

Attualmente, molti fornitori operano in modo non ufficiale, causando concorrenza sleale e problemi normativi. Con l’attuazione di questo emendamento, lo Stato mira a ottenere una migliore supervisione degli host e delle strutture ricettive del settore.

Fonti: https://www.grantthornton.cz/, https://www.europarl.europa.eu/, https://www.consilium.europa.eu/, https://www.buonenotizie.it/, https://www.expats.cz/

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